Inizia l’estate dicevano, preparatevi al caldo dicevano. Ed io sono ancora qui, con i miei pantaloni da casa azzurrini rigorosamente LUNGHI, la maglietta a maniche corte indossata più per auto convinzione che per giustificare un tempo caloroso e con accanto una tazza di caffè fumante che spero scaccia via un inizio di stagione decisamente troppo malinconico per i miei gusti.
In verità non mi sono mai ritenuta una vera appassionata del caldo torrido, del sole ustionante e delle giornate talmente afose da impedire alla mia voglia di vivere di uscire allo scoperto. Non sono propriamente una creatura da estate, anche perché in questa dannata stagione normalmente ho sempre lavorato senza godermi il sole, ma devo ammettere che anche per un a cultrice dell’autunno come la sottoscritta queste pioggerelle, questi temporali lampo (in tutti i sensi) stanno diventando una bella scocciatura.
Sarà la mia natura animale che tenta di avvertirmi, di farmi capire che ahimè il tempo del letargo è finito e adesso anche a me toccherà uscire nella natura per procacciarmi da vivere? Non posso esserne sicura, al contrario sono però certa che quel lunghissimo letargo ha cominciato a stancare anche me, storica amante dei pisolini protratti per ben più delle canoniche dure orette pomeridiane.
Ho passato queste prime incerte giornate di Giugno a interrogarmi su come avrei trascorso questa inaspettata stagione priva di lavoro, dopo tanti anni passati nelle gelaterie in cui per un motivo o per l’altro non entro più. Forse questo inizio di calore e di sole intervallato a pioggia mi trova impreparata proprio a causa di questo, perché non sono abituata a guardare alle giornate estive con tutta la libertà che c’è nell’ozio e nell’attesa: una libertà terribile, visto che speravo di non doverla mai incontrare durante la mia vita da giovane donna appena uscita dal nido.
La crisi economica mi porta sempre più spesso a farmi domande, a conoscere meglio me stessa. E’ stato grazie ad una fedele amica e alla mia voglia di produrre anche senza lavoro che ho ricominciato a scrivere qualcosa che non fosse solo un blog, un post su qualche gdr. Sono diventata più produttiva di quanto io sia mai stata nella mia vita, e questo proprio nel momento in cui mi sono sentita più inutile… E’ un po’ un miracolo, se ci pensate.
Se ci soffermassimo a pensare a cosa siamo in grado di dare, a cosa siamo VERAMENTE in grado di creare, forse non ci sentiremmo mai così. Non lasceremo alla mancanza di soldi, di tempo, di amore, di farci sentire inutili e di basso valore, il grigiore che ci portiamo dentro (un’altra triste condizione dell’umana natura) forse potrebbe essere un po’ alleggerito e finalmente riusciremmo a vedere oltre quelle nubi per scorgere ciò che di luminoso portiamo nel cuore. Nell’anima.
Il fatto stesso che nonostante i momenti peggiori della storia umana nel mondo ci sia ancora arte, musica, poesia, creatività, è la prova di quanto realmente siamo forti. La prova che a tutti noi dovrebbe ricordare che niente può impedirci di essere chi siamo, che non dobbiamo permettere nemmeno a noi stessi di limitarci anche quando ci sentiamo come se non valesse nemmeno la pena lottare.
Alzate lo sguardo, accettate la mano tesa da coloro che vi amano e vogliono aiutarvi, accettate la forza che custodite dentro di voi e utilizzatela per costruire il vostro nuovo futuro. E magari così anche questa estate malinconica avrà un inizio degno di essere chiamato tale.
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